Progetto educativo 2005/2007

I Capi del Gruppo scout Alzano/Nembro 1 hanno posto mano alla revisione del proprio Progetto Educativo, dopo  aver constatato che sono cambiate in gran parte le condizioni rispetto al Progetto precedente.
Poiché l’obiettivo a cui tende principalmente il Metodo scout è l’ideale di Uomo e Donna della Partenza, nostro primo compito è ribadire qui le caratteristiche fondamentali di questo concetto:

•    la disponibilità al servizio verso gli altri, praticato con uno stile di aperta e sincera generosità;
•    la concezione dell’amore come reciproco dono di sé, come crescita e come cammino, in senso sia personale che sociale.

In sintesi è Uomo della Partenza colui che è in grado di;

•    Donarsi gratuitamente
•    Essere coerente nelle proprie scelte
•    Mettersi in discussione
•    Osservare criticamente la realtà
•    Essere umile
•    Guardare al futuro con ottimismo
•    Essere responsabile verso sé e gli altri
•    Possedere un equilibrio interiore e scegliere con autonomia.
•    Avere, a qualsiasi titolo, parte attiva nella società

La fede, intesa come cammino di ricerca consapevole, è  caratteristica fondante del Partente.


ANALISI INTERNA


Un’analisi di tipo statistico ha evidenziato i seguenti dati:

Provenienza: Alzano  n. 19; Nembro n. 70; Altri paesi n. 13

Famiglie: non sono presenti particolari problemi economici, mentre non si hanno informazioni sulla vita religiosa e sociale.

La Comunità Capi è composta da persone giovani, equamente divisa tra chi è ancora studente e chi svolge un’attività lavorativa; hanno però esperienze di lavoro anche i Capi studenti universitari. Il livello di scolarizzazione è medio-alto.

Dall’analisi interna al gruppo sono emerse alcune caratteristiche proprie dei ragazzi, che sembrano appartenere loro a prescindere dall’età, e quindi dalla Branca.
In particolare si nota come sia difficile comunicare ai ragazzi che vivere l’esperienza scout significa avere uno stile peculiare, in ogni momento della vita; la condivisione, ad esempio, è un valore che fatica ad essere assimilato, in particolare nelle Branche inferiori.
Anche per quanto riguarda l’autonomia, nelle scelte e nei comportamenti, si sottolinea  una marcata dipendenza, sia dal giudizio dei coetanei che da quello degli adulti, oltre che, in Branca L/C, una mancanza di autonomia anche a livello strettamente pratico, con continue richieste di aiuto per le operazioni più semplici della vita quotidiana.
Per quanto riguarda  E/G ed R/S si nota invece una difficoltà a progettare la propria vita, in particolare la tendenza ad assumersi un’eccessiva quantità di impegni, e di conseguenza non riuscire a portarli a termine, o non stabilire una scala di priorità fra di essi.
Il rapporto dei Capi con i genitori è mediato soltanto dalle riunioni ad inizio anno o prima di eventi particolari ed è necessario rafforzarlo per quanto riguarda le Branche inferiori, dal momento che una maggior conoscenza delle attività porta ad una fiducia reciproca e diminuisce i timori che sono alla base degli atteggiamenti di mancata collaborazione.  

Avendo preso atto della difficoltà a mantenere un branco composto da più di 30 lupetti e della conseguente necessità, che si ripresenta ogni anno, di respingere buona parte delle domande di iscrizione presentate, durante la discussione del progetto si è effettuata anche una analisi tendente a verificare le condizioni che permetterebbero l’apertura di una nuova unità L/C; tali condizioni sono risultate le seguenti:
•    una disponibilità al servizio in Associazione che vada al di là del limite annuale-biennale   
•    una formazione metodologica approfondita e sicura
•    un numero di capi sufficientemente alto da permettere lo sdoppiamento delle Unità
•    una continuità di presenza del capo branco di almeno 3 anni.

Si stabiliscono dunque le seguenti priorità, per ciò che concerne gli obiettivi educativi trasversali alle Branche:

•    Attenzione allo stile
•    Sviluppo di atteggiamenti essenziali
•    Maggiore autonomia
•    Progettazione più attenta delle proprie mete
•    Rafforzamento del rapporto con i genitori, in particolare attraverso iniziative che li coinvolgano sia come partecipanti che come spettatori.

Riteniamo altresì necessaria una grande attenzione al tema della Formazione Capi. Infatti, poiché  la maggior parte di essi presta servizio da poco tempo, è importante da parte nostra un’insistenza sull’approfondimento dei temi propri del  metodo.
Tutta  la Comunità Capi si impegna quindi a partecipare ai Campi di Formazione offerti dall’Associazione.

Analisi esterna


Il fatto che il Gruppo operi su due Parrocchie rende complesso il problema dell’attenzione al territorio.
La responsabilità dei rapporti con esso è delegata ai Capi Gruppo, che  partecipano ai Consigli Pastorale e dell’Oratorio a nome degli altri Capi ed interagiscono con le autorità civili e religiose.
I  due territori sono molto simili, e questo ci facilita, ma dobbiamo anche sottolineare che, poiché la maggioranza della Comunità Capi vive sul territorio nembrese, anche i contatti sono più frequenti con la Parrocchia  e le istituzioni di tale Comune.
Per intensificare la presenza e la visibilità dello Scoutismo sul territorio di Alzano, oltre a proporre iniziative specifiche, come un’uscita in stile scout durante il Cre, si stabilisce di effettuare un maggior numero di attività con le Branche nei territori circostanti il Comune di Alzano.  La partecipazione ad alcune cerimonie religiose (veglia pasquale,  via Crucis) è svolta in entrambe le parrocchie ad anni alterni, secondo tradizione.

Individuiamo quindi come strumenti per l’attenzione al territorio:
•    Uscita durante il Cre ad Alzano
•    Attività delle Branche su entrambi i territori
•    Veglia Pasquale celebrata ad anni alterni nelle due Parrocchie
•    Attività di servizio nei due oratori durante particolari momenti dell’anno (feste e simili)
•    Lavoro sul Sinodo della Chiesa di Bergamo

Obiettivi per un percorso di fede


Per quanto riguarda gli obiettivi che concernono la sfera della fede, l’analisi operata dalla Comunità Capi ha preso le mosse dalla constatazione, ribadita anche dai lavori del Sinodo, di come si approfondisca in maniera sempre maggiore la difficoltà dei ragazzi a rimanere collegati alla Chiesa ed alle sue propaggini (oratorio, gruppi giovanili), dopo aver ricevuto il Sacramento della Cresima.

Per ciò che riguarda il nostro Gruppo, le conseguenze di tale fenomeno, presente in età di Reparto, vengono affrontate attraverso:
•    Catechesi occasionale, cioè originata da particolari situazioni, paesaggi o persone incontrate durante l’attività e valorizzate dai Capi che ne traggono motivo di riflessione per la comunità.
•    Presenza di sacerdoti o personaggi significativi, che aiutano i Capi ed i ragazzi a riflettere su temi specifici
•    Atmosfera e gesti significativi,che rendano il momento della preghiera comune incisivo e partecipato e gli donino solennità.

Queste attenzioni consentono che i ragazzi comprendano più facilmente il valore della Fede e ne percepiscano la funzione di dono inestimabile concesso da Dio e accettato con gioia.
Del resto l’atmosfera preparatoria di un simile clima prevede tempi lunghi; così già in età di Branco, attraverso il gioco, l’affabulazione e il rapporto positivo costruito con le figure dei sacerdoti, il Metodo scout punta  a far cogliere ai bambini che è bello conoscere Gesù e farlo conoscere agli altri.
Con l’aiuto di alcune grandi figure bibliche,come Aronne  e Samuele, o dotate di particolare fascino, come San Francesco, si concretizza agli occhi dei bambini la positività di chi si affida a  Dio Padre.
Per far questo è importante che i bambini stessi siano resi protagonisti dell’esperienza di fede, dando loro compiti di animazione del momento di preghiera e comunque rendendo quest’ultimo facilmente comprensibile e assimilabile.
I simboli sono parte integrante di questo percorso e contribuiscono con la loro immediatezza a imprimere l’immagine di Cristo e dei suoi anticipatori e successori nella mente dei ragazzi.

Il cammino di fede dei Rover, più prossimi al momento in cui dovranno scegliere se porre o meno Cristo a modello e guida della propria vita, ha come obiettivo principale quello di mettere alla prova della ragione la loro fede, spingendoli a confrontarsi con tutte le visioni della vita e contemporaneamente a verificare, sia in comunità che nel dialogo individuale con i Capi Clan, il livello di consapevolezza raggiunto in questo ambito.
Uno dei mezzi principali perché in età R-S sia centrato  questo obiettivo, è la nascita del rapporto privilegiato con un sacerdote, eletto a padre spirituale, che ha il compito di guidare il Rover o  la Scolta nel suo percorso, proponendogli mete mirate e specifiche per lui.
Di fronte ad una inequivocabile presa di coscienza di una scelta opposta a quella cristiana, il Rover è tenuto a lasciare il Clan, mentre l’atteggiamento di ricerca costruttiva è caratteristica positiva ed auspicabile anche nel Partente.
Venendo a trattare infine il cammino di fede in Comunità Capi, la Comunità stessa si pone l’obiettivo di discutere annualmente su un tema, scelto insieme  e mediato da testi che sostengano la riflessione, fatto salvo lo stile scout, dunque la presenza di gesti, attività e segni concreti che rendano più forte l’esperienza spirituale vissuta.

Pubblicato in Progetti e programmi

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Giglio AGESCI
Il gruppo scout AlzanoNembro è parte dell’AGESCI
(Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani)